Sinossi romanzo La rivoluzione Thurb Galassia 136
Titolo: La rivoluzione Thurb | |
Autore: Alexei Panshin | |
Titolo originale: The Thurb Revolution | |
Pubblicazione originale: 1968 | |
Serie: Anthony Villiers #2 | |
Data pubblicazione: 15/02/1971 | |
Collana: Galassia #136 | |
Editore: Casa Editrice La Tribuna | |
Traduttore: Vittorio Curtoni | |
Copertina: Rodolfo Viola | |
Numero pagine: 160 | |
Isbn: |
Già nell'introduzione a Star Well abbiamo avuto occasione di parlare del ciclo di Villiers. The Thurb Revolution è il secondo episodio della serie: forse più riuscito, a nostro parere, del primo, e più fragorosamente divertente. La tecnica di Panshin in questo romanzo è particolarmente abile: l'intreccio nasce tutto dall'accavallarsi dei personaggi, e non delle situazioni; la trama in sé è piuttosto immobile, com'è del resto provato dal brevissimo lasso di tempo in cui essa s'apre e chiude. Ma l'opera ha un'aria tutt'altro che statica: il lettore è continuamente costretto a ricapitolare i fatti avvenuti, a ricordare i nomi dei personaggi; una specie d'allenamento mentale che rientra evidentemente nel gioco raffinato dell'autore. I personaggi, l'abbiamo già detto, sono parecchi: a parte i soliti Villiers e Torve (di cui è particolarmente gustosa l' abitudine di scorrazzare su un triciclo rosso, immediatamente evocatrice d'un'immagine quasi magica), troviamo parecchi individui interessanti. Dall'Ammiraglio Walter Beagle, un uomo gonfio di sé e maledettamente goffo e ottuso; a Ralph e Rohn e Fillmore, tre ragazzi che portano avanti un messaggio rivoluzionario sui generis (sarebbe anzi interessante discutere le idee politiche di Panshin, ma forse questa non è la sede più adatta); a Claude la Nucchia, enigmatica creatura che pretende di essere Dio e riuscirà a farsi almeno un proselito (beh, le idee di Panshin sulla religione sono chiare). E ancora David, un giovinetto che nasconde un romantico segreto; Fred, un tipo che si mimetizza dietro i propri baffi, troppo integro forse per un mondo tanto corrotto; Dreznik, l'assassino morto già tre volte, pallido e cadaverico quanto spietato e abile (i due delitti che gli vediamo compiere nel romanzo sono tra i più interessanti degli ultimi anni). Ma come nell'opera precedente, il punto più caratterizzante di Thurb Revolution resta il dialogare continuo di Panshin coi lettori. Ogni capitolo che si apre è una possibilità per fare due chiacchiere, semplici e piene di buon senso, su questo e su quello: sulla notte, sulla necessità di manipolare gli oggetti, sull'alternarsi delle culture. Un Panshin filosofo? Probabilmente no, ma siamo sicuri che un appellativo del genere gli farebbe piacere; diciamo piuttosto un Panshin uomo intelligente, con gli occhi aperti, disposto a mettere in discussione tutto e tutti. E spingendo più in là il procedimento, in questo romanzo egli arriva addirittura a motivare le azioni dei propri personaggi, a giustificarle dall'interno della loro psicologia; il più delle volte per mostrare quanto incoerente e ridicolo sia il comportamento umano. Non è un caso che tutti i protagonisti dell'opera siano più o meno macchiette, individui con caratteristiche ben determinate e inderogabili: è già una lezione accettare un punto di vista del genere e portarlo alle estreme conseguenze. Quanti di noi sarebbero disposti a riconoscersi nei panni, per esempio, dell'Ammiraglio Beagle o di Walter Morgenstern? Eppure la vita è quello che è; ma non ce ne accorgiamo. Il gusto dell'opera potrà magari essere discutibile; le idee potranno anche parere opinabili; ma a parte i gusti personali, resta un inquietante sottofondo d'intelligenza che dovrebbe offrire lo spunto per qualche meditazione. Per esempio: voi siete Realisti o Nominalisti? Fatevi il test. E quando manipolate, siete felici o infelici? E andate a letto presto o tardi? E attenzione a non lasciarsi trarre in inganno dal tono leggero del romanzo: una cosa è l'ironia, un'altra il riso sguaiato. Panshin non ride mai; tutt'al più sorride, un po' a denti stretti. La cosa migliore sarebbe scrollare la testa e tirare avanti; ma che barba, no?
Contenuto del volume:
pag. 005 Presentazione di Sandro Sandrelli
pag. 007 La rivoluzione Thurb (The Thurb Revolution, 1968) di Alexei Panshin trad. Vittorio Curtoni (romanzo)
pag. 131 Il fisico di Daniele Messina (racconto breve)
pag. 140 Omicidio nel recinto Tau 72501 di Antonino Astuni (racconto breve)
pag. 146 Il poeta di Ugo De Roberto (racconto breve)
pag. 149 Fiori gialli, rossi, di tutti i colori di Sauro Gelichi (racconto breve)
pag. 150 La nuova generazione di Sauro Gelichi (racconto breve)