Sinossi romanzo ... e su di noi le stelle Galassia 52
Titolo: ... e su di noi le stelle | |
Autore: Louis Charbonneau | |
Titolo originale: The Sentinel Stars | |
Pubblicazione originale: 1963 | |
Serie: | |
Data pubblicazione: 01/04/1965 | |
Collana: Galassia #52 | |
Editore: Casa Editrice La Tribuna | |
Traduttore: Luigi Cozzi | |
Copertina: Rocco Borella | |
Numero pagine: 224 | |
Isbn: |
Il nome di Louis Charbonneau è noto, in Italia, soltanto alla strettissima cerchia dei lettori più documentati e preparati. Non, con questo, che Charbonneau sia inferiore ad autori molto più considerati di lui soltanto perchè una parte notevole della loro straripante produzione si sia rovesciata anche sul nostro paese, indipendentemente dai meriti intrinseci. Inoltre, Louis Charbonneau (americano autentico: infatti è nato a Detroit, nel Michigan, nei 1924), ha scritto numerosi libri di altro genere (Not All Your Tears, Shadow of a Gun; e altri) e ha pubblicato fino ad ora, nel nostro paese, due soli romanzi: i soli di science fiction, del resto, che avesse scritto prima di E su di noi le stelle. Purtroppo questi due romanzi, No Place On Earth e Corpus Earthling, sono stati editi con titoli tra il sensazionale e l'orripilante. Per giunta, la loro pubblicazione avvenuta in un periodo in cui imperversava la peggiore sottoproduzione francese, alla quale Charbonneau, per via dei nome tutt'altro che anglosassone, è stato istintivamente assimilato. Così due romanzi piuttosto interessanti — anche attraverso una traduzione condensata che non si preoccupava minimamente di rendere lo stile personale ed elegante di questo autore — sono passati inosservati e ignorati. In realtà, Charbonneau presenta notevoli affinità con scrittori come Judith Merril, Walter Miller jr. e John Christopher. Come quei colleghi più famosi, Charbonneau si preoccupa di rappresentare plausibilmente una situazione ipotetica attraverso un approfondimento dei carattere dei suoi personaggi, una ricostruzione ambientale precisa e suggestiva. E, in fondo, è giusto che questo romanzo, il suo migliore e più impegnativo, venga presentato oggi allo stesso pubblico che ha mostrato di sapere accogliere con meditata approvazione Gente di domani, Un cantico per Leibowitz e L'inverno senza fine. E su di noi le stelle non nasconde le sue origini ambiziose. Fino dalle prime battute, si intuisce che l'autore ha voluto collegarsi a modelli celebri (Noi di Zamjatin e il suo celebre rifacimento operato più tardi da Orwell, 1984). E' un, rapporto non di imitazione, tuttavia, ma di comune ispirazione. Nella ormai vastissima produzione della science fiction sociologica, E su di noi le stelle, sebbene recentissimo, ha già acquistato una sua valutazione ragguardevole. Si inserisce infatti accanto a romanzi pregevoli come I mercanti dello spazio e Gladiatore in legge della coppia Pohl & Kornbluth, Redenzione immorale di Philip Dick, Umani a condizione di Walter Miller jr. (che io stesso sottoposi con vive raccomandazioni alla casa editrice che poi si decise a pubblicarlo), il notevole Rischio di vita di Edson Mc Cann (pseudonimo, sembra, di Lester del Rey e Fred Pohl), e altri ancora. E su di noi le stelle si basa su un'idea apprezzabile. Il mondo si è fuso politicamente e burocraticamente in un'unica, gigantesca organizzazione. Tutti i cittadini si vedono assegnato un ingente debito fiscale a causa delle spese sostenute dall'Organizzazione per realizzare quella Fusione. L'umanità viene divisa in classi, a seconda dell'entità del debito. Gli uomini devono lavorare per cercare, attraverso i passaggi di classe in classe, di saldare il loro debito verso l'Organizzazione. Quando ci riescono, diventano Liberi Cittadini e possono usufruire liberamente di tutte le facilitazioni e le comodità immaginabili. Vivono in splendidi parchi sparsi sulla superficie della Terra, che si sta riprendendo lentamente dalle ferite di una guerra atomica, e non devono fare altro se non divertirsi sfrenatamente. Una situazione apparentemente felice, un sistema perfetto. Ma la realtà è diversa, rivela lentamente Charbonneau. Il mondo non è quello che sembra. TRH-247, l'anonimo cittadino protagonista della vicenda, trova la forza, quasi senza rendersene conto, di compiere un atto di protesta contro la Fusione, che non approva. Una mattina non si presenta al lavoro. E' uno dei reati più gravi che si possano commettere nel mondo dell'Organizzazione. E il cittadino TRH-247 viene giudicato e punito. Ma l'entità della punizione non conta. Importa invece la stupefacente decisione che viene presa nei suoi confronti nel tentativo di riconquistarlo all'ordine, alla Fusione, all'Organizzazione. Le conseguenze di quella decisione, infatti, saranno inimmaginabili. Meglio non anticipare troppo la trama del romanzo. Charbonneau è riuscito a creare un lavoro ricco di forza suggestiva. Ha tratteggiato con vigore la fisionomia del mondo dell'Organizzazione, le immense metropoli sotterranee che lo formano e la vita dei lavoratori che le abitano, come in un gigantesco formicaio. Charbonneau ne ha reso l'angosciosa, uniforme monotonia pianificata, e l' ha sintetizzata nel carattere del protagonista, un uomo confuso, privo di speranza, che subisce e subisce, quasi passivamente, sulla scia di quel gesto di quell'unico impulso autonomo che una mattina lo ha spinto a non recarsi al lavoro. TRH-247, il protagonista, scopre a gradi la verità agghiacciante che si nasconde dietro la massiccia facciata di quel sistema in apparenza perfetto. Tutto quel mondo e il sogno del conseguimento della libertà crollano, sotto i colpi brutali degli avvenimenti. Anche Ann, l'enigmatica e angosciata ragazza di cui TRH-247 pensa di essersi innamorato (ma non è sicuro neppure di quel suo sentimento), non viene risparmiata dall'autore. Ann è un semplice ingranaggio microscopico nel complesso dell'immenso meccanismo di quel mondo d'incubo. Logico che ne venga travolta, e condannata a un bestiale abbruttimento nel nome di un ideale ingannevole, cui ella non crede più. Solo l'amore di TRH-247 riesce alla fine a salvarla, a redimerla. Ma ben difficilmente sia lei che il suo compagno riusciranno a dimenticare gli orrori del mondo degenerato che li ha originati e al quale, malgrado la loro ribellione, sentono ancora di appartenere. Solo un intervento esterno riuscirà a spezzare la catena che li lega a quel mondo. Potrebbe essere interessante stabilire un confronto tra E su di noi le stelle e il romanzo-cardine della science fiction italiana, Il sistema del benessere di Ugo Malaguti, pubblicato nel precedente numero di Galassia. Più vicino, ideologicamente, a un altro importantissimo romanzo sociologico, Redenzione immorale di Dick, il lavoro di Charbonneau è una protesta individualista contro una società — nettamente derivata da11a presente rea1tà americana — in cui una condizione di sicurezza e di relativa agiatezza vene pagata con la perdita della libertà di scelta e in cui ogni ribellione è quindi a livello puramente idealistico, la posizione protestataria del protagonista è la presa di posizione di un personaggio complessivamente positivo, e insieme sfiorato da un sospetto di moderno donchisciottismo; mentre nel romanzo di Malaguti — di background più nettamente europeo, non dimentico delle spaventose contraddizioni sociali di certe zone del vecchio continente — la perdita della libertà è il prezzo di una finzione di sicurezza e di agiatezza solo apparenti, o peggio concesse soltanto ad alcuni privilegiati. Così la protesta implicita nel romanzo dell'italiano — e di natura apertamente marxista e brechtiana — investe un problema di sopravvivenza più concreto e disperato; ma il protagonista, non appena ha scoperto di potersi insediare nel palco dei vincitori, si lascia convertire senza più protestare. Di queste due posizioni, solo in apparenza antitetiche tanto Il sistema del benessere quanto E su di noi le stelle rappresentano esempi tipici e importanti. Una volta che si inquadri ciascuno di questi romanzi nel contesto culturale e sociale rispettivamente di un'America che ha raggiunto uno spettacoloso Dow Jones di 900 e di una Europa che non si è ancora liberata dei suoi "bassi" napoletani e del regime feudale delle campagne della Grecia e della Spagna, eredità di una miseria antichissima e dolorosa, Il sistema del benessere ed E su di noi le stelle sono rigorosamente complementari e confluenti.
Contenuto del volume:
pag. 002 Sommario
pag. 003 Presentazione di Luigi Cozzi (introduzione)
pag. 011 ...e su di noi le stelle (The Sentinel Stars, 1963) di Louis Charbonneau trad. Luigi Cozzi (romanzo)
pag. 223 La posta Galattica (rubrica)