Il santuario nel cielo - Galassia 48

27 giugno 2022 Il santuario nel cielo - Galassia 48

Il santuario nel cielo - Galassia 48 -

Sinossi romanzo Il santuario nel cielo Galassia 48

Sinossi del romanzo Il santuario nel cielo Galassia 48
Titolo: Il santuario nel cielo
Autore: John Brunner La copertina di Il santuario nel cielo - Galassia 48
Titolo originale: Sanctuary in the Sky
Pubblicazione originale: 1960
Serie:
Data pubblicazione: 01/12/1964
Collana: Galassia #48
Editore: Casa Editrice La Tribuna
Traduttore: Lucia Morelli
Copertina: Rocco Borella
Numero pagine: 224
Isbn:



L'autore cui John Brunner è più vicino, sotto molti aspetti, è Poul Anderson. Il Premio Hugo 1961 è uno scrittore intelligente, dotato di una solida preparazione scientifica, in grado di scrivere un eccellente romanzo o un ottimo racconto di science fiction tecnologica come ben pochi altri al mondo saprebbero fare. Tuttavia Anderson è assillato dalle continue richieste dei direttori delle riviste specializzate, e spesso rinuncia ad approfondite un tema pur di mantenere il ritmo produttivo impostogli dalla sua popolarità: la produzione di Anderson è sterminata, spesso ottima, in ogni caso sempre dignitosa, ma non è sempre — possiamo osservare obiettivamente — quella che le sue doti non comuni gli consentirebbero di realizzare se sacrificasse la quantità alla qualità. John Brunner è il più giovane tra i massimi autori specializzati inglesi; cominciò a farsi notare quando era poco più d'un ragazzino, con ottimi racconti di cui possono costituire esempi significativi quelli raccolti dall'editore Gollancz nel volume No future in it; divenne immediatamente il beniamino del pubblico britannico di science fiction e cominciò a spopolare sulle riviste dirette da Ted Carnell facendosi letteralmente in quattro per scrivere i racconti di fantascienza esoterica, avventurosa e tecnologica e di semplice fantasia che gli venivano perentoriamente richiesti in continuazione. La sua estrema fluidità di scrittura, la sua fresca inventiva gli furono di aiuto e nello stesso tempo di ostacolo, perchè non gli fu necessario imporsi un'autodisciplina, una ricerca di temi, un approfondimento. Alcuni suoi racconti, come il celeberrimo Round trip, sono autentici gioielli di science fiction esoterica; ma in altri si sente il peso di una standardizzazione su cui grava il sospetto di commercialismo. Non passò molto tempo dalla sua scoperta — che è uno dei numerosi vanti di Ted Carnell — e John Brunner cominciò a sfornare romanzi a velocità impressionante, per deliziare lo sterminato pubblico della collana americana degli Ace Books. Il successo che aveva incontrato in Inghilterra si è ripetuto negli Stati Uniti e continua ancora oggi, non accenna ad affievolirsi. I romanzi di Brunner sono tra gli esempi migliori del genere space-opera di questi ultimi anni. Nel turbolento mondo della science fiction, in cui da qualche tempo i romanzi sociologici di altissimo valore e di serio impegno diventano sempre più frequenti Brunner è rimasto ancorato all'universo fascinoso e colorato dell'avventura. Naturalmente, al giorno d'oggi i canoni burroughsiani dei Williamson, degli Hamilton, delle Brackett si sono modificati. L'archetipo non è più il creatore di Tarzan: i maestri sono Anderson e Van Vogt, e gli autori del tipo space-opera sono smaliziati e sofisticati, ma l'ingenuo impulso verso l'ignoto e verso l'evasione è rimasto immutato. Brunner rappresenta con buona approssimazione la sintesi di questo intero genere. Anche nei romanzi in cui viene descritta una particolare situazione sociale (come in The dreaming earth), è sempre l'elemento avventuroso e fantastico a prendere il sopravvento; la sua fantascienza è leggenda, non è mai la polemica sociale acre e violenta in Pohl, in Vonnegut, in Dick, in Harrison, ironica e bonaria in Asimov, in Leiber e nel miglior Heinlein. In questi suoi precisi limiti, bisogna riconoscere a Brunner tutte le sue doti cospicue di immaginazione. Appena trentenne, ha già al suo attivo più di una ventina di romanzi e un numero imprecisabile di racconti, tutti accolti con favore dal pubblico anglosassone: e da qualche tempo si è cominciato a scoprirlo anche in Italia. Sanctuary in the sky è, sotto ogni aspetto, un tipico prodotto della vena inesauribile di Brunner: movimentato, scorrevole, rapido, privo di problemi scottanti. Acquistato e preventivato per Galassia prima che la chiusura di Galaxy rendesse possibile l'aumento delle pagine e l'acquisizione di testi sociologici molto più lunghi e anche più importanti, merita in ogni caso di essere proposto al pubblico italiano come testo indicativo del livello attuale della produzione fantascientifica avventurosa inglese.



Contenuto del volume:

pag. 002 Sommario
pag. 003 Presentazione di Roberta Rambelli (introduzione)
pag. 006 Il santuario nel cielo (Sanctuary in the Sky, 1960) di John Brunner trad. Lucia Morelli (romanzo)
pag. 130 Volere di Re 8/9 (The Star King, 1963) di Jack Vance trad. Lella Pollini (romanzo a puntate)
pag. 181 Gli Mma (Sweet Tooth, 1963) di Robert F. Young trad. Renata Forti (racconto)
pag. 194 L'apprendista stregone di Ugo Malaguti e Luigi Cozzi (racconto)
pag. 195 Accademia (saggistica)
pag. 213 Parossismo del rumore di Saverio Bertetti (racconto breve)
pag. 216 Il dubbio di Riccardo Leveghi (racconto breve)
pag. 220 La posta Galattica (rubrica)